mercoledì 19 novembre 2014

Ricette Vegan:Tiramisù vegan con crema chantilly.


TIRAMISU VEGANO alla crema Chantilly

“Nulla darà la possibilità di sopravvivenza sulla Terra

 quanto l’evoluzione verso una dieta vegetariana”.  Albert Einstein


Questo tiramisù vegano, ottimo e  facile, l'ho fatto a un laboratorio di cucina vegana condotto da Lucia Nacci di "Spaziovegan" nel contesto di "RIeVoluzione Vegetariana"tenutosi a Ceglie Messapica ( Puglia). 



Ingredienti
600 gr di biscotti tipo Digestive
caffè
1 tavoletta di cioccolata fondente
cacao amaro

Panna:
150 ml di latte di soia
300 ml di olio di mais
6 cucchiai di zucchero
1 bustina di vanillina

Crema:
500 ml di latte di soia
140 gr di zucchero
75 gr di farina 00
1 buccia di limone
1 stecca di cannella

Preparazione
Panna:
versare il latte nel frullatore o nel robot, accendete il robot, versate l'olio a filo fino a che non monti. Aggiungete lo zucchero e la vanillina, mescolate bene.

Crema:
sciogliete lo zucchero nel latte scaldato in un pentolino, poi versate la farina lentamente per non fare grumi. Mettete il pentolino sul fuoco basso e girate con una frusta fino a che la crema non si addensi. Infine mettete la buccia del limone e la cannella

Unire la crema e la panna (dopo aver tolto la buccia del limone e la cannella) e mescolate bene.
Si procede come per il normale tiramisù: uno strato di biscotti bagnati al caffè, uno strato di crema, una spolverata di scaglie di cioccolata; poi di nuovo i biscotti, la crema e la cioccolata. Nella foto ci sono 3 strati di biscotti. Alla fine spolverate il dolce con il cacao amaro e sopra il cacao mettete le scaglie di cioccolato.


Grazie Lucia e Spazio Vegan!!
 http://www.spaziovegan.it/

giovedì 16 ottobre 2014

Call to Action for seed,food,Earth Democracy!Scambio di semi e autoproduzioni felici.sabato 18 ottobre a Sestri Levante.

LIBERTA' e SOVRANITA' ALIMENTARE   

 
 Visualizzazione di hortussemi.jpg   

 Vi invito a venire a questa iniziativa per amore della terra e della nostra libertà e sopravvivenza!
portate i vostri semi, purchè autoprodotti e di specie antiche,
ci saranno banchetti di scambio di semi  e altre autoproduzioni, possibilmente biologiche se si tratta di alimenti,
ma anche abiti, oggetti var,i che volete,scambiare, regalare etc.
portate anche i bambini e ragazzi,ci sarà un laboratorio di orto urbano gratuito,durante il quale pianteremo,
finocchi e tulipani.


 messaggio da Vandana Shiva:

"Quando ho scoperto che le multinazionali volevano brevet­tare le sementi e le varietà di grano, ho fatto partire il pro­getto di Navdanya, per proteggere la biodiversità, difende­re i contadini e promuovere l’agricoltura biologica”.

Il nome trae spunto dal rituale, molto diffuso tra le famiglie del sud dell’India, di piantare nove semi in un vaso il primo giorno dell’anno per poi scegliere a distanza di qualche tempo i semi che si sono comportati meglio mettendoli a disposizione di tutti. Il messaggio è chiaro: la fertilità della terra deve essere ricercata in armonia con la natura utilizzando la ricchezza delle varietà esistenti.

 Oggi Navdanya è un grande movimento al cui cuore c’è il concet­to di “democrazia della terra”, cioè la proposta di un nuovo equili­brio nel pianeta secondo principi di pace, responsabilità ecologica e giustizia economica.

 La sovranità alimentare, compreso quella sulle sementi e sull’acqua, è necessaria per camminare in questa direzio­ne. In India la grande sfida di Navdanya alle multinazionali e alle loro politiche di sfruttamento intensivo e di distruzione della bio­diversità, è stata raccolta sino a oggi da 500.000 piccoli contadini. L’organizzazione promuove la creazione di banche delle sementi per la conservazione della biodiversità (ne sono nate ben 55), la forni­tura gratuita di sementi agli agricoltori, la riconversione dei campi a un’agricoltura biologica, in cui i prodotti utilizzati siano interamente naturali. Navdanya propone inoltre progetti di educazione alimen­tare e attività di formazione a partire da gruppi di donne, considera­te vere custodi della biodiversità e della sicurezza alimentare.

se non potete venire,almeno firmate la petizione on line,grazie
 per chi vuole saperne di più:
http://www.navdanyainternational.it

lunedì 29 settembre 2014

Salviamo la Sovranità popolare ! - STOP TTIP!

stop ttip 3



La Campagna Stop TTIP Italia nasce a febbraio 2014 per coordinare organizzazioni, reti, realtà e territori che si oppongono all’approvazione del Trattato di Partenariato Transatlantico su commercio e Investimenti (TTIP).

La piattaforma:

Fermiamo il trattato di liberalizzazione commerciale USA-UE!

Il TTIP, Transatlantic Trade and Investment Partnership, il trattato di libero  scambio tra Unione Europea e Stati Uniti d’America attualmente oggetto di negoziati volutamente segreti, è qualcosa di più di una semplice trattativa di liberalizzazione commerciale. E’ l’ennesimo attacco frontale che vede lobby economiche, Governi e poteri forti accanirsi su quello che rimane dei diritti del lavoro, della persona, dell’ambiente e di cittadinanza dopo anni di crisi economica e finanziaria, in un più ampio tentativo di disarticolare le conquiste di anni di lotte sociali con le politiche di austerity e di redistribuzione del reddito verso l’alto.

Il negoziato TTIP, lanciato ufficialmente nel luglio 2013 e portato avanti in modo opaco e segreto dalla Commissione europea e dall’Amministrazione statunitense in vista di una sua possibile conclusione a fine 2014, disegna un quadro di pesante deregolamentazione dove obiettivo principale non saranno tanto le barriere tariffarie, già abbastanza basse, ma quelle non tariffarie, che riguardano gli standard di sicurezza e di qualità di aspetti sostanziali della vita di tutti i cittadini: l’alimentazione, l’istruzione e la cultura, i servizi sanitari, i servizi sociali, le tutele e la sicurezza sul lavoro. Con l’alibi di un’omogeneizzazione delle normative e la falsa illusione di risollevare l’economia dell’Europa, si assisterà ad una progressiva corsa verso il basso in cui saranno i cittadini e l’ambiente a farne principalmente le spese in un processo che porterà alla progressiva mercificazione di servizi pubblici e di beni comuni. Un rischio che viene tenuto sotto traccia a causa di trattative svolte a porte chiuse, sotto la forte pressione delle lobby delle industrie private senza un coinvolgimento efficace dei Parlamenti e del Congresso e senza che i cittadini vengano adeguatamente informati.

Tra i principali obiettivi del negoziato, c’è la tutela dell’investitore e della proprietà privata, grazie alla costituzione di un organismo di risoluzione delle controversie, un vero e proprio arbitrato  internazionale, a cui le aziende potranno appellarsi per rivalersi su Governi colpevoli, a loro dire, di aver ostacolato la loro corsa al profitto. Qualsiasi regolamentazione pubblica che tuteli i diritti sociali, economici ed ambientali, con la scusa della tutela della competizione e degli investimenti, rischierà di soccombere dinanzi alle esigenze delle aziende e dei mercati, tutelate da sentenze che saranno a tutti gli effetti inappellabili. Scenari che si sono già avverati nell’ambito di altri trattati di libero scambio come il Nafta, o che hanno permesso a una multinazionale energetica come la Vattenfall di citare in giudizio il Governo tedesco per la decisione della Germania di chiudere le  proprie centrali nucleari. Per questo, come movimenti e organizazioni sociali italiane, abbiamo deciso di mobilitarci per opporci a un disegno politico che ha nella mercificazione dei diritti e nella tutela dei mercati il suo obiettivo principale. Ci appelliamo a tutte le forze sociali , sindacali e politiche del nostro Paese, perché convergano su una mobilitazione comune per fermare il negoziato  TTIP , esattamente come successe alla fine degli anni ’90 con l’Accordo Multilaterale sugli Investimenti , nel decennio scorso con la Direttiva Bolkestein, o più recentemente con il negoziato Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA), il trattato che con la scusa della lotta alla ‘’pirateria’’ informatica e della salvaguardia del diritto d’ autore avrebbe attentato al  diritto alla privacy e al libero accesso alla rete dei cittadini.

  • Sicurezza alimentare: le norme europee su pesticidi, Ogm, carne agli ormoni e più in generale sulla qualità degli alimenti, più restrittive di quelle americane e internazionali, potrebbero essere condannate come “barriere commerciali illegali”;
  • Acqua ed energia: sono settori a rischio privatizzazione. Tutte quelle comunità che si dovessero opporre potrebbero essere accusate di distorsione del mercato
  • Servizi pubblici: il TTIP limiterebbe il potere degli Stati nell’organizzare i servizi pubblici come la sanità, i trasporti, l’istruzione, i servizi idrici, educativi e metterebbe a rischio l’accesso per tutti a tali servizi a vantaggio di una privatizzazione che rischia di escludere i meno privilegiati
  • Diritti del lavoro: la legislazione sul lavoro, già drasticamente deregolamentata dalle politiche di austerity dell’Unione Europea, verrebbe ulteriormente attaccata in quanto potrebbe essere considerata “barriera non tariffaria” da rimuovere
  • Finanza: il trattato comporterebbe l’impossibilità di qualsivoglia controllo sui movimenti di capitali e sulla speculazione bancaria e finanziaria;
  • Brevetti e proprietà intellettuale: la difesa dei diritti di proprietà delle imprese sui brevetti metterebbe a rischio la disponibilità di beni essenziali, quali ad esempio i medicinali generici. Così come la difesa dei diritti di proprietà intellettuale possono limitare la diffusione della conoscenza e delle espressioni artistiche;
  • Gas di scisto: il fracking, già bandito in Francia per rischi ambientali, potrebbe diventare una pratica tutelata dal diritto. Le compagnie estrattive interessate ad operare in questo settore potrebbero chiedere risarcimenti agli Stati che ne impediscono l’utilizzo. In questo modo si violerebbe il principio di precauzione sancito dall’Unione Europea, incentivando iniziative economiche che mettono in pericolo la salute umana, animale e vegetale, nonché la protezione  dell’ambiente;
  • Libertà e internet: i giganti della rete cercherebbero di indebolire le normative europee di  protezione dei dati personali per ridurli al livello quasi inesistente degli Stat Uniti, autorizzando in  questo modo un accesso incontrastato alla privacy dei cittadini da parte delle imprese private
  • Democrazia: il trattato impedirebbe qualsiasi possibilità di scelta autonoma degli Stati in campo  economico, sociale, ambientale, provocando la più completa esautorazione di ogni intervento da  parte degli enti locali
  • Biocombustibili: il TTIP attraverso l’armonizzazione delle normative europee in ambito  energetico, incentiverebbe l’importazione di biomasse americane che non rispettano i limiti minimi  di emissione di gas a effetto serra e altri criteri di sostenibilità ambientale.


Ribellarsi ad un trattato che antepone la logica del profitto illimitato alla tutela dei diritti inalienabili sanciti formalmente nelle convenzioni europee e internazionali,  vuol dire assumersi la responsabilità di determinare un cambiamento che sia a  beneficio di tutti e non ad appannaggio dei soliti noti



Per adesioni e informazioni:

Mail: lauragreco@asud.net
Sito web della campagna: www.stop-ttip-Italia.net

domenica 3 agosto 2014

Resistenza!Stiamo perdendo la sovranità alimentare...Colombia si attaccano i contadini.



Non ci sono parole per condannare quello che gli  USA stanno facendo in Colombia!!!!

Anche in Europa sta passando la stessa violenza,sempre da parte degli USA , e ovviamente nessuna parola da parte dei mass media!!!si chiama TTIP e stanno cercando di farlo passare in Europa.
Giornalisti state regalando il nostro futuro,la nostra salute e sopratutto quella dei vostri figli, per cosa? 
Tutto questo per privarci del diritto di seminare,coltivare,mantenere i nostri semi e quindi la nostra sopravvivenza e autosufficienza,
la nostra BIODIVERSITA  e la sopravvivenza di piccoli contadini e realtà rurali che sono in Italia le nostre eccellenze.
le specie autoctone sono il risultato della selezione naturale operata dai contadini nei millenni e hanno per questo proprietà nutritive eccellenti e superiori a qualsiasi seme modificato geneticamente ad uso e consumo delle solite multinazionali.

Se vogliamo contrastare questo avvelenamento di massa compriamo cibo bio, coltivato in Italia,conosciamo chi lo coltiva, entriamo in un GAS,insomma pensiamo con consapevolezza al cibo che ingeriamo e diamo i nostri soldi a chi lo merita.
Manteniamo con orgoglio il nostro cibo, i contadini e la SOVRANITA ALIMENTARE!

Senza contare che già stanno attentando alla nostra salute con prodotti industriali dove,nonostante l' Italia si sia espressa chiaramente contro gli OGM,riescono a propinarci nei supermercati e nelle scuole.(vedi lista OGM nei prodotti attualmente già venduti in Italia.)

vedete questo video,purtroppo per ora solo in inglese e spagnolo:


9.70 Protesta campesina in Colombia





RESISTENZA!!!!!

giovedì 10 aprile 2014

LIBERAZIONE ANIMALE! - Animal Liberation!



Liberazione Animale
 


Il silenzio che uccide

Provate a immaginare di essere prigionieri in un campo di concentramento, di essere rinchiusi senza conoscerne la motivazione.
Provate a immaginare di essere sfruttati, di essere inseminati artificialmente, di essere derubati dei vostri figli.
 Intorno a voi solo fili spinati o celle strettissime.
 Potete gridare il vostro dolore, ma nessuno vi sente perchè il luogo in cui siete detenuti è stato appositamente costruito lontano dagli occhi e dalle orecchie di tutti.
 Nessuna speranza di salvezza quindi, niente di niente.
Là fuori le vostre urla, le vostre richieste di aiuto non arrivano.
Là fuori, le persone superiori, dedite all’ecologia, alla pace, alla spiritualità e alla tolleranza non devono essere disturbate.
 La loro sensibilità non può accettare di vedere e sentire quello che vi sta accadendo, quello che il loro stesso comportamento sta determinando.
Dopo  anni di attivismo vegan posso affermare con una certa sicurezza che la gente non diventa vegan per una questione razionale o ideologica.
 La gente diventa vegan quando questo orribile silenzio si rompe, quando le immagini e i suoni degli allevamenti e dei macelli, in qualche modo, riescono a irrompere nella realtà quotidiana.
A quel punto accade qualcosa di importante:  si recupera la naturale empatia, si aprono le porte della sensibilità, del cuore, della mente. Si diviene consapevoli dell’ingiustizia alla quale stiamo partecipando.
 E si dice basta.
E per rompere questo silenzio non bastano i discorsi, le teorie filosofiche, i dati scientifici, occorre vedere e sentire, occorre guardare negli occhi le vittime prima che divengano merce, occorre disobbedire a chi, questo silenzio, lo chiede, e spesso lo impone.
Ma il silenzio, da sempre, è il complice indispensabile di ogni ingiustizia, di ogni atrocità.
Molti lo preferiscono. Un composto e garbato silenzio è più comodo e più facile, non mette in crisi nessuno, non rovina la festa a nessuno.
Ma questo garbato e composto silenzio è un silenzio che uccide, è il silenzio dell’indifferenza, un silenzio di gran lunga più violento, cinico, intollerante di qualunque video o foto che un vegan potrà mai mostrarvi.

 


testo tratto da: troglovegan,Lella e Fabio,qui sotto per chi ha cuore antispecista , per chi desidera diventarloo per chi vuole approfondire,il link:


http://troglovegan.wordpress.com/opinioni-di-un-vegan/

 
 

"Verrà il tempo in cui l'uomo non dovrà più uccidere per 

mangiare, ed anche l'uccisione di un solo animale sarà

 considerato un grave delitto... "
 
 
    Leonardo da Vinci